L’attacco hacker dei giorni scorsi che ha paralizzando gli stabilimenti del Gruppo Maschio Gaspardo. Il devastante risultato: a casa 650 operai, tra i 400 delle fabbriche di Campodarsego e Cadoneghe (Padova) e i 250 di Morsano al Tagliamento (Pordenone). I tecnici informatici del Gruppo si sono messi subito al lavoro per fronteggiare l’aggressione cibernetica da martedì pomeriggio, quando all’improvviso su tutti i computer degli stabilimenti produttivi padovani e pordenonesi è comparsa la schermata del virus. Secondo gli esperti potrebbe non essere Petya, come asserito in un primo tempo, ma un ransomware totalmente nuovo. Il focolaio è rintracciabile in Ucraina, poi si è propagato in diversi paesi. l virus disattiva i computer, rendendo inaccessibile i file, con tanto di richiesta di riscatto di 300 dollari in bitcoin per pulire il pc e riottenere i dati del proprio computer. «Sono state fermate tutte le linee produttive regolate dai computer e che l’attacco degli hacker hanno reso inservibili spiega il responsabile dell’ufficio stampa della Maschio Gaspardo I tecnici informatici interni all’azienda sono al lavoro e prevedono di riuscire a ripristinare i computer entro lunedì. Ma fino a quel giorno la produzione resterà ferma».
